Le sagre e le feste popolari nel Salento
Terra di autentica religiosità, il Salento è anche la terra dell'allegria, favorita da un clima che si mantiene gradevole per tutto l'anno. L'estate salentina è caratterizzata da numerosi appuntamenti durante i quali cultura, tradizione e innovazione si fondono per garantire spettacolarità e divertimento. Il Salento è anche la Terra del Rimorso, la terra della "pizzica pizzica" e delle "tarantate", di un qualcosa che ha del misterioso e al quale psicologi, antropologi ed etnologi non sono riusciti a dare una spiegazione scientifica.
La tradizione vuole che un ragno (la "taranta") mordesse le contadine impegnate nella raccolta del grano. Il veleno iniettato originerebbe poi dolori lancinanti e smanie, curabili solo con la musica di tamburelli e violini, una musica molto ritmata in grado di calmare le malate ("tarantate") facendole danzare senza sosta. L'animale velenoso, il morso, la malattia e l'esorcismo si legano al culto di San Paolo il quale, scampato al morso di un serpente, viene venerato come protettore delle "tarantate" che si raccoglievano nella chiesa dei Santi Pietro e Paolo a Galatina (LE) per essere esorcizzate.
Molte sagre e festività religiose e popolari si collegano simbolicamente a questa tradizione, ma sono così tante che ne riporteremo solo alcune tra le più spettacolari.
Festa dei Santi Pietro e Paolo Galatina 28-29-30 Giugno
Nella chiesa dedicata ai santi patroni, all'alba, si svolgeva l'esorcismo delle "tarantate". Attualmente la cerimonia è ricordata con danze al suono della "pizzica pizzica".
Fiera di San Rocco
Torrepaduli (Ruffano) 15-16 Agosto
In occasione della fiera si svolge la caratteristica Danza delle Spade al suono della "pizzica pizzica".
Notte della Taranta Melpignano 17 Agosto
Si chiude nei pressi del suggestivo convento degli agostiniani, dopo aver girato per il Salento, la rassegna dal titolo la Notte della Taranta. Numerosi artisti salentini, italiani e stranieri si incontrano sul palcoscenico per far rivivere il fascino di una tradizione che alcuni rapportano addirittura agli antichi riti dionisiaci, al ritmo della "pizzica pizzica";
Festa "te lu mieru" Carpignano Salentino, prima domenica di Settembre
La sagra nasce nel 1974 per festeggiare e offrire a tutti, e in particolare ai turisti, uno dei prodotti tipici più apprezzati, il vino ("lu mieru"), accompagnato da focacce, verdure e altre pietanze tradizionali. La "pizzica" e il folklore animano la serata che raccoglie ogni anno un davano ai loro mariti.
La terracotta nel Salento
La terracotta è una delle tradizioni artigianali più antiche, tramandatasi da padre in figlio, capace di intrecciare motivi popolari con raffinati elementi culturali. Il procedimento per la realizzazione delle terrecotte si mantiene inalterato da secoli: il materiale argilloso, presente in gran quantità nel Salento, viene modellato, infornato e infine dipinto con maestria e pazienza certosina dalle abili mani dei maestri figuli.
La produzione spazia da vasellame vario e stoviglie, ai fischietti, ai piatti e alle "pignate" decorate, ai pupi per il presepe, diventati oggetti da collezionare, molto ricercati dai turisti. Le origini dell'arte della terracottta, sono da ricondursi all'influenza della civiltà della Magna Grecia come dimostrano alcuni ritrovamenti nella provincia.
Centri importanti in provincia di Lecce sono: S. Pietro in Lama, Cutrofiano, Ruffano, Galatina, Lequile. La lavorazione è rimasta invariata nel tempo, anche se ultimamente ha subito dei piccoli cambiamenti legati all'innovazione tecnologica, e avviene attraverso l'utilizzo di un tornio a pedale e con modellazioni e rifiniture a mano, come la pittura che riprende piccoli fiori, uccelli e animaletti variopinti e con colori lucenti e vivaci. Alla fine del processo c'è poi la cottura in antichi forni a legna (olivo).
La cartapesta nel Salento
Leggera e resistente, la cartapesta è un materiale poco costoso che ben si presta ad assolvere funzioni di carattere artistico e decorativo. Anche in questo caso il processo di lavorazione è molto antico e affonda le radici nel XVII secolo.
L'artigiano si serve di carta straccia, lavorata con colla di farina, di filo di ferro, paglia e stoppa, per realizzare la struttura interna e infine di gesso e colori per ultimare l'opera. Dopo essere stata modellata, fase conosciuta come focheggiatura, l'opera viene sottoposta a vestitura e infine a coloritura.
Le origini dell'arte della cartapesta, fenomeno peraltro tipicamente leccese, risalgono probabilmente a un periodo compreso tra il XVII e il XVIII secolo. In quel periodo il moltiplicarsi delle Chiese e dei monumenti, portò gli artigiani leccesi, pur non disponendo di materie pregiate, a specializzarsi nell'arte di plasticare la carta avvalendosi di altre materie "povere" quali paglia, stracci, colla e gesso, e di pochi e modesti attrezzi.
Ciò si tradusse nella realizzazione di numerosi lavori sacri, che richiamavano al culto i fedeli quando la Chiesa della Controriforma era impegnata nella sua crociata contro l'eresia luterana. Oggi la produzione della cartapesta è concentrata soprattutto nella città di Lecce, dove si possonono trovare, soprattutto lungo le piccole vie del centro storico, ancora numerosi laboratori di artigiani dove viene lavorata la cartapesta.
Le spiagge selvagge del Salento
Il fascino del Salento risiede, in gran parte, nel suo aspetto selvaggio, non intaccato dall'intervento dell'uomo. Pregio e difetto di queste terre è un'economia turistica non eccezionalmente sviluppata.
Se si è alla ricerca di divertimenti folli, con notti travolgenti in discoteche, non è questo il luogo giusto, ma se cercate luoghi incontaminati, sereni, dove il contatto con gli abitanti del luogo è autentico, sicuramente questo è il posto adatto. In queste zone infatti i divertimenti si possono definire più tranquilli: una passeggiata serale sul lungomare, quattro chiacchere in un bar all'aperto.
Nell'ambito dell'annuale controllo da parte di Goletta Verde, sullo stato dei nostri mari, risulta che questo tratto di mare gode di ottima salute.
Fra le prime spiagge in testa alla classifica, troviamo Otranto e le sue spiagge limitrofe, con un carnet di cinque vele: il massimo.
La costa indruntina è caratterizzata da scogliere alternate a spiagge bianchissime, bagnate da un mare cristallino e incontaminato, paradiso per gli appassionati di sport "marini", dove poter praticare immersioni, sci d'acqua e quant'altro, ma dove anche gli irriducibili della tintarella, potranno godere di candide spiagge.
Poco oltre Santa Cesarea Terme, si trova Castro Marina, particolare per le sue grotte di Zinzolusa.
In alta stagione è possibile fare una breve escursione in barca alla Grotta Azzurra, così nominata per gli incredibili riflessi azzurri del mare.
Se siete persone che cercano solo il bel mare, il consiglio è di visitare le spiagge di Alimini, vicino Otranto, bianchissime, con sabbia sottile, un tratto di mare che non dimenticherete. Altra splendida località nei dintorni di Otranto, è Porto Badisco, tratto di costa a scogliera, dove l'acqua assume tutte le tonalità dell'azzurro, ideale per immersioni o nuotate con pinne e maschera.
Otranto: perla del Salento
Visitare Otranto, oltre che una visita turistica, è anche un'esperienza visiva: i colori hanno una forza unica. Il cielo colpisce per l'intensità dell'azzurro, come se lo si vedesse per la prima volta.
La città non è molto grande, si arriva presto sul lungo mare, dove stupisce il bianco della sabbia e il turchese dell'Adriatico.
Assolutamente consigliato un bagno sulla spiaggia libera che si trova sotto i bastioni, una passeggiata lungo la strada che fiancheggia il mare, gustando un ottimo gelato artigianale, una passeggiata fra i tanti negozi e chioschi oppure verso la città vecchia.
Arroccato su di un promontorio, guardando a Est, affacciato sul mare, il centro storico si raggiunge passando sotto le antiche mura difensive, che cingono l'antico abitato come un abbraccio. Le stesse mura, sembrano avere oggi la funzione di cerniera tra la Otranto moderna e quella secolare.
Ci si incammina lungo stradine lastricate, fiancheggiate da tipiche abitazioni tinteggiate di bianco accecante. Il visitatore troverà molti negozi, nei quali potrà dimenticare il tempo, passando da una bottega di ceramiche, ad una più turistica rivendita di souvenir; ma non potrà fare a meno di fermarsi incantato, ad ammirare gli scorci del centro medievale.
Sempre seguendo gli antichi vicoli, si arriverà sotto il Castello, spesso sede di mostre ed eventi culturali, da dove si gode di un bel panorama della città.
Seguendo le puntuali indicazioni turistiche, si arriva alla Cattedrale, situata nel cuore di Otranto: essa rappresenta, non solo il centro geografico, ma anche storico di questa cittadina vittima nel passato di ripetute incursioni saracene. È ancora viva nella memoria delle pietre, lo scempio dell'invasione del 1480: all'interno della Cattedrale romanica, si rimane incuriositi dall'immenso mosaico pavimentale di Prete Pantaleone, raffigurante un albero contornato da ermetici riferimenti biblici. In fondo alla navata di destra si trova la Cappella dei Martiri, mentre lungo le pareti vi sono delle teche di vetro, dove sono conservate le ossa dei martiri trucidati dai turchi durante l'invasione. La Cattedrale fu usata come moschea e poi riconsacrata.
Usciti dal sacro edificio, si procede per i vicoli con la consapevolezza di essere in una città che ha saputo rinascere dalle proprie ceneri, con dignità e coraggio. Sarete nuovamente immersi nella vitalità indruntina e se avvertirete un certo languore, niente paura, ci sono moltissimi ristoranti e taverne, dove gustare gli ottimi piatti tipici, a un costo che non mancherà di stupirvi per la convenienza, specialmente se si vuole assaggiare l'ottima frittura di pesce.
Gallipoli
Dietro alla bellezza e al fascino di Gallipoli, vi è la sua lunga storia, resa tanto più complessa e memorabile in quanto città marinara e, quindi, importante punto di arrivo e di partenza di attivi commerci dell'intero entroterra salentino. Per apprezzare la "bella città", insomma, bisogna risalire lungo i secoli, coinvolgendo sempre però la presenza e la funzione del mare col quale gli abitanti hanno confrontato le loro speranze e al quale hanno dedicato i loro riti, hanno modulato la loro voce e la loro indole, hanno confidato le proprie aspirazioni. Un'ultima considerazione: Gallipoli si riconosce "signora" dello Ionio soprattutto nel borgo vecchio, l'isola antica collegata da una parte alla terraferma, aggrovigliato nelle viuzze che si intersecano e si snodano quasi come un labirinto. Per orientarsi basta farsi guidare dal cielo o prestare orecchio al vociare dei bambini oppure seguire la scia degli odori che dalle case basse inondano le vie. Sono, queste, piccole magie che Gallipoli riserva ai suoi visitatori.
Litoranea jonica
Da Leuca alle Marine di Ugento la litoranea ci porta attraverso paesaggi di una deserta bellezza. Località deliziose, con arenili, scogliere, vecchie torri cinquecentesche, si succedono sino a Gallipoli, Torre Vado, i Marini, l'incantevole Torre Pali.
Tutta la costa jonica é caratterizzata da ampi arenili bianchi, che si alternano a basse scogliere, parallelamente alle quali corrono penisolette verdeggianti, creando a volte delle piccole lagune, che vengono spesso utilizzate per i vivai.
Una lunghissima striscia di sabbia annuncia, protesa sul mare, Gallipoli che in greco vuoi dire "città bella". Il borgo medioevale insediato su un'isola, una volta circondata da mura altissime. La città dall'alto della serra appare tutta circondata dal mare, con la mole del suo castello, i bastioni, le cupole scintillanti delle sue chiese.
La litoranea prosegue ed é un susseguirsi di piccole insenature, promontori, estreme propaggini della Murgia salentina.
Dominano in posizione suggestiva lo splendido scenario del golfo Santa Maria al Bagno, Santa Caterina di Nardò, Torre dell'Alto, conche verdeggianti protette da folte pinete.
La riviera neretina è la più frequentata dai salentini. Da Santa Caterina a Porto Cesareo e a Punta Prosciutto, la costa é tutta frastagliata, con un continuo susseguirsi di anse sabbiose tra la scogliera bassa. In direzione di Gallipoli troviamo la bella insenatura di Porto Cesareo che ha reso celebre questa località, il posto di mare più attrezzato, dai fondali ricchi di vegetazione. Dopo Porto Cesareo, lungo la litoranea che costeggia lo Jonio, si incontrano Torre Chianca, che ha di fronte l'isola della Malva, Torre Lapillo e Punta Prosciutto che segna il confine provinciale tra Lecce e Taranto.
Particolare attenzione meritano Ugento e Marina di Ugento. Ad Ugento la Cattedrale dedicata all'Assunta, rifatta nella prima metà del sec. XVIII dopo che i Turchi l'avevano distrutta nel 1545. Interessanti affreschi bizantini sono nella chiesa rupestre del Crocefisso e risalgono al secolo XI. Da non trascurare il Museo comunale di Archeologia che conserva materiale preistorico rinvenuto nel Salento.
Inoltre armi, monete, bronzi, ceramiche e iscrizioni del periodo messapico, greco e romano, già custoditi nel Palazzo Colosso. Situato a 108 metri di altitudine, Ugento fu antico centro messapico e conserva, come detto, notevoli monumenti: il Castello, la Cattedrale, il Palazzo Vescovile, il Palazzo Colosso. Nei dintorni sulla Serra delle Fontane si trova la chiesetta di Santa Maria del Casale (XIII secolo) e la Cripta del Crocefisso.
Due i polmoni verdi di Marina di Ugento: in località "Padule Bianco" 21 ettari di superficie, con vegetazione di pineta di pino d'aleppo, e in località "Rotta Capozza", 74 ettari di vegetazione di pineta di pino d'aleppo. Di grande attrattiva Marina di San Giovanni, la stazione balneare di Marina di Ugento, un lido con scogliera bassa e occhielli di sabbia. Marina di Ugento dispone di strutture ricettive altamente qualificate: il campeggio "Riva di Ugento", in località Fontanelle Torre San Giovanni; il centro turistico Robinson Club Italia, in contrada Fontanelle-Torre San Giovanni; il villaggio "Victor Village Ugento", in contrada Fontanelle-Torre San Giovanni. Grazie a queste rinomate strutture, altamente qualificate, tanto da richiamare soprattutto turisti stranieri, Torre San Giovanni é il cuore pulsante della vacanza in terra jonico-salentina. Svago, divertimento, cucina e vini tipici, sono ingredienti che rendono qui l'estate davvero unica.
Il Salento
La Storia
Il Salento, collocato all'estremità della Puglia, è una terra ancora a molti sconosciuta, tutta da esplorare. Terra arcaica e schiva, abitata da gente laboriosa e indipendente, mite e ospitale, ma profondamente legata alle proprie radici, attende di essere scoperta e difficilmente si propone e divulga le sue bellezze.
La prima impressione di chi la visita è quella di trovarsi in una bomboniera, un luogo isolato e fuori dal tempo. La luce forte e dolente, i palazzi di ispirazione spagnola, ormai disabitati, che le nuvole incorniciano come gioielli nello scrigno, gli ampi chiostri silenziosi, il mare favolosamente tranquillo e limpido, le ghirlande dei pozzi, i tufi, le rovine, i monumenti megalitici, gli olivi con le lance argentee nel cielo, le paiare silenziose, le masserie merlate e turrite danno l'impressione di una terra malinconica e immobile.
Ma c'è in questa terra come un'aria di attesa, che ti suggestiona, appena arrivi. È il mare che ti attende e ti accoglie, un mare che racconta miti e storia di approdi. Approdi di antichi dei greci: Pan, la cui siringa ancora risuona nella campagna assolata, le ninfe ionie che sbucano dalle grotte marine, Dioniso, che insegnò alle fanciulle la danza, battendo ritmicamente il suo cembalo, che qui chiamarono tamburieddhu.
La Cultura
Messapi, Greci, Bizantini, Svevi, Normanni, Aragonesi, Spagnoli... tutti hanno lasciato un segno, non solo nei monumenti, ma anche nei geni, nell'intelligenza fervida e versatile dei salentini, curiosi scopritori del nuovo, artisti, poeti, musicisti, che hanno reinventato, in forme diverse, tutto quello che hanno appreso dallo straniero.
Per questo il forestiero, che qui casualmente approda, trova accoglienza, calore e rispetto.
Si immerge subito in un clima fuori dal tempo, in cui ancora sopravvivono gli antichi valori e il padre dice al figlio "figlio mio, ascolta i miei saggi consigli, fa attenzione agli insegnamenti delle mia esperienza!" e il figlio docilmente ascolta. In cui la donna è madre di vecchia tempra, prudente, amorevole, pronta al sacrificio, ma non per questo succube, anzi rispettata da tutti come la colonna della casa. Una donna, che ancora ricorda la sua progenitrice curva nell'angusta stanza del telaio, ma non schiava della sua miseria e della fatica, anzi artista, capace di eseguire al lumicino il suo lavoro con raffinato estro artistico.
È per questo forse che il salentino è tanto restio ad abbandonare per sempre la sua terra e sempre qui ritorna, perché è geloso della sua libertà.
Che cosa altro dire al forestiero, che qui curioso viene ad esplorare?
Invitarlo solo a visitare Lecce, la signorile, la raffinata, Otranto, l'orientale, Gallipoli, la città bella, Leuca la bianca, col suo Santuario, Morciano, la rocciosa, coi suoi olivi e il suo mare, Salve e le sue interminabili coste e tanti altri ancora.
Incontrerà gentilezza di modi, rispetto, discrezione e calore umano, avrà piccoli doni e testimonianze di affetto.
Non si rammaricherà di essersi spinto fino al lembo estremo, al de finibus terrae.